La catechesi che la nostra parrocchia ha adottato si ispira al metodo della “Catechesi del buon Pastore”, la quale ha avuto i suoi primi inizi a Roma, nel 1954, per opera della professoressa Sofia Cavalletti e dell’educatrice montessoriana Gianna Gobbi, con un piccolissimo gruppo di bambini. Rimasta limitata per il primo ventennio a Roma e, grazie ai corsi di formazione per catechisti che si sono costantemente svolti, anche a pochi altri centri in Italia, ha cominciato a diffondersi all’estero dopo il primo corso per catechisti svoltosi negli USA nel 1975, a cui ha fatto seguito un altro primo corso a Città del Messico nell’anno seguente. Da allora la diffusione è diventata inarrestabile, e ora è presente nei cinque continenti.
La catechesi del buon Pastore è attiva presso parrocchie, scuole e centri privati, dimostrando una grande vitalità ecumenica: è accolta infatti, oltre che in ambienti cattolici, soprattutto in numerosi centri episcopaliani, come pure luterani e metodisti e, dal 2007, ortodossi. Si tratta di una catechesi sperimentale, nel senso che il programma che essa propone è il risultato di un’attenta sperimentazione che prosegue ormai da più di sessantanni in ambienti geografici, sociali e culturali diversissimi, nei quali si è riscontrata una risposta costante da parte di bambini a partire dai due/tre anni fino alla prima adolescenza, e da parte di adulti, improntata a gioia profonda, stupita e meditativa in grandi e “piccoli” (anche nel senso evangelico della parola).
L’annuncio del messaggio secondo la tradizione ebraico-cristiana è accompagnato da un materiale a carattere montessoriano per il lavoro personale dei bambini, materiale provato, corretto e riprovato in base alle loro reazioni .
Il carattere sperimentale della catechesi intende anche studiare chi è la creatura umana nel suo rapporto con Dio nella prima stagione della vita, attraverso l’osservazione diretta dei bambini durante le riunioni e i loro elaborati, in particolare disegni, che sono oggetto di pubblicazioni specializzate.
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