Chiesa parrocchiale di Spadarolo (storia)

———————–SANTA MARIA———————-

S. MARIA IN PATERNO; LA PRIMA ARCIPRETURA

SPADAROLO

SI FA MEMORIA, come monsignor illustrissimo e rev.mo Renato Massa,Arcivescovo e Vescovo) di Rimini decorò questa chiesa parrocchiale del titolo d’Arcipretura titolare nell’Anno 1741 li cinque di giugno nella sacra visione (visita) essendo io d. Giuseppe Montanari parroco di essa.

La nota si trova scritta a penna dallo stesso parroco di Spadarolo a margine del registro dei matrimoni, nel volume che raccoglie gli atti dal 1700 al 1793. Cosi il parroco don Montanari fu il primo Arciprete della nostra chiesa, privilegio esteso poi a tutti i parroci della diocesi ai Rimini.
Ben prima però dell’ Arcipretura esisteva la parrocchia di Spadarolo, chiamata in Antico Santa Maria di Paderno. Successivamente apparvero variazioni nel titolo: Presentazione di Maria Santissima al Tempio e oggi semplicemente Santa Maria, intendendosi sottinteso, nella devozione popolare, il riferimento a Maria Bambina.

Qualcuno fa risalire all’epoca dell’imperatore Federico Barbarossa; nel 1170, la storica chiesa di Spadarolo, ma certamente doveva già esistere in quel luogo almeno una cappella, dato che se ne fa menzione nella bolla di Papa Lucio II nel 1144: “tibi tuisque legiptimis successorib’ confirmamus … sancte marie in uagilano (virgiliano} sancte marie in patemo, et quicqd iuris habes in ecclia sancti hermeti infra ipsam plebem sita”.

Seguono secoli di vita tranquilla, almeno nei documenti,  finche nel 1792 si intraprende la edificazione di una nuova chiesa, terminata nel 1796. Nella ricostruzione la facciata, che prima era rivolta a mezzoggiorno, viene posta a occidente in modo tale che il sacerdote, celebrando la messa possa avere lo sguardo sempre rivolto a oriente.
La nuova chiesa, larga m.10 e lunga m. 18 con due altari  laterali, era solennemente affrescata con raffigurazioni della Madonna (Natività, Presentazione al tempio; Annunciazione, Sposalizio, Visitazione…), di profeti e di scene evangeliche.
Alla fine dell’800 l’umidità aveva già graffiato pericolosamente i dipinti, ma l’allora parroco don Guidobaldi provvide, con gesto generoso e a sue spese; al restauro degli affreschi, nonché all’acquisto di un nuovo organo. La guerra però rese vani i suoi sforzi: danneggiato il tetto e le pareti; nel procedere ai restauri non si tennero nel dovuto conto gli affreschi, distruggendoli completamente; rifacendo intonaco e colore nuovi.
Perduto un cosi ricco patrimonio d’ arte, oggi Spadarolo si  deve accontentare dei pochi quadri rimasti e qualche brandello di affresco ornamentale.