SANT’UBALDO VESCOVO DI GUBBIO,
PATRONO DELLA COMUNITÀ DI SPADAROLO
Quadro esposto nella chiesa di Spadarolo.
La vita.
Ubaldo Baldassini nacque a Gubbio nell’anno 1085 da famiglia aristocratica di origine tedesca, che aveva feudi di Agello e Carpiano. Suo padre ebbe nome Rovaldo, la madre Giuliana e la sorella Spèrandia.
Rimasto orfano in giovane età, compì i primi studi per volontà del vescovo Giovanni da Lodi presso la Collegiata di San Secondo e rifiutò subito il modo di vivere che gli avrebbe consentito il suo rango sociale e che avrebbe potuto offrirgli agiatezza e prestigio. Per lo stesso motivo, rinunciò alle rendite e ad ogni altro beneficio.
Ubaldo fu ordinato sacerdote intorno al 1115 e nel 1118 divenne “Prior” della comunità canonicale di San Mariano in Gubbio, nella quale cercò di riportare ordine e disciplina di vita religiosa secondo le norme fissate nella cartula benedettina portuense, che era la regola vigente nel monastero benedettino di Santa Maria di Porto di Ravenna.
In breve tempo non solo acquistò stima e fiducia nella sua terra, ma ottenne il consenso e l’appoggio anche dei pontefici e contribuì a diffondere le iniziative di riforma canonicale anche nel resto d’Italia (Cfr. Fanucci, Ubaldo, pag. 44).
Nel 1126 rifiutò il vescovado di Perugia, offertogli dagli stessi perugini e dal papa Onorio II; non poté però poi rifiutare, nel 1129, alla morte del vescovo Stefano, la direzione della diocesi di Gubbio, offertagli a clamor di popolo.
Ubaldo, come vescovo, fu anche brillante mediatore e tenace condottiero della città di Gubbio nelle lotte che si svolgevano in quegli anni bui del Medio Evo, in cui i Comuni si affrontavano tra di loro per la supremazia; e quando Gubbio si trovò coinvolta in una guerra sanguinosa contro Perugia, Gualdo Tadino e altre nove città confinanti, coalizzate tutte contro di lei, la storia narra che la città, guidata dal suo Vescovo Ubaldo, uscì vittoriosa dalla guerra, sconfiggendo miracolosamente tutti i suoi nemici.
Tomba di Sant’Ubaldo
Un altro episodio storico che vide il Santo Vescovo di Gubbio ergersi a difesa del suo popolo, fu in occasione della calata in Italia di Federico I, il Barbarossa (1155); allora, essendo Gubbio attaccata, il santo Vescovo Ubaldo si recò dall’imperatore e riuscì a renderselo amico, ottenendo che la sua città fosse risparmiata.
Così, con fede forte e pieno equilibrio umano, Sant’Ubaldo resse con mitezza e fermezza la sua diocesi per ben 31 anni, fino alla morte, avvenuta il giorno 16 Maggio del 1160, lunedì di Pentecoste, dopo una lunga ed estenuante malattia. Dopo le esequie solenni il santo feretro fu deposto in un sarcofago di marmo nell’antica cattedrale di Gubbio.
L’urna con le spoglie di S. Ubaldo Dopo 32 anni, nel 1192, fu canonizzato e proclamato Santo da Papa Celestino III e allora il suo corpo incorrotto venne trasferito nella basilica a lui consacrata, costruita sul monte Ingino, che sovrasta la città, e posta in un’urna di vetro sopra l’altar maggiore, alla venerazione dei fedeli (Cfr. Fabbretti “S. Ubaldo”).
Gubbio, Sant’Ubaldo e il Monte Ingino sono citati anche da Dante nella Divina Commedia (Paradiso, canto XI) con i seguenti versi: Intra Tupino e l’acqua che discende / dal colle eletto del Beato Ubaldo. Ogni anno nella città umbra, il 16 Maggio si svolgono i tradizionali festeggiamenti con la partecipazione unanime di tutto il popolo, di cui fa parte, alla vigilia della festa, la famosa “corsa dei ceri”, verso il santuario.
Sant’Ubaldo era ed è tuttora invocato perché interceda ad allontanare il demonio e i mali della mente.